giovedì 20 ottobre 2016

Le scarpe degli altri

 
Cari parcheggiatori abusivi, oggi parlo a voi.

Proprio di voi in questi giorni ho tanto sentito parlare: perché parcheggiate un po' dovunque vi capiti, anche dove non vi sarebbe concesso di farlo, perfino nei parcheggi riservati ai disabili. 

Pensando a voi mi sono ricordata di un'espressione inglese in your shoes, nelle tue scarpe. Si usa quando ci si vuole mostrare empatici nei confronti di qualcun altro, fargli sentire che capiamo la sua sitauzione, percepiamo le sue stesse emozioni. 

Cari guidatori, sappiamo bene che parcheggiare in città ormai è diventata un'impresa. Che il vostro capo l'ufficio postale e la scuola di vostro figlio non accettano ritardi. Ma provate lo stesso a fare con me il gioco delle scarpe. 

E se potete, cercate di farlo nell'esatto momento in cui state parcehggiando nel posto in cui non dovreste. In quel preciso istante in cui vi troverete ad abbassare la leva della freccia e sterzare il volante, fate un tentativo. Uno soltanto. 

Provate a immaginare di infilarvi le scarpe di qualcun altro: potrebbero essere, ad esempio, quelle della persona disabile a cui state rubando il parcheggio. Oppure anche, perchè no, di qualcuno che le gambe non ce le ha affatto. E quindi non ha nemmeno le scarpe, ma forse possiede una macchina con i comandi manuali e vorrebbe posteggiare nello spazio che gli spetta. 

Se vi concentrate bene potreste sentire sulla pelle la fatica e la stanchezza; lo sfinimento di quando l'energia per camminare, zoppicare, muovere una sedia a rotelle sembra venir meno. Eppure, in qualche modo, si va avanti lo stesso.

E poi ancora, pensate di infilare le scarpe di tutte quelle persone che posseggono il tanto famigerato permesso da esibire sul cruscotto, indispensabile per stazionare tra quelle strisce giallo evidenziatore. Sforzatevi al massimo e percepirete i loro passi tra i corridoi degli ospedali e negli uffici. Mentre raccolgono informazioni, si sottopongono a visite per presentare quei documenti che, se tutto va come deve andare, garantiranno loro il permesso di parcheggiare nel posto che voi state occupando senza sforzo né bisogno.

E se infine questo gioco non vi piacesse proprio tanto sappiate che la tecnologia ha già indossato le scarpe di tutte queste persone. E fa passi da gigante. A Roma é stato appena messo a punto Tommy 2.0, un rivoluzionario dispositivo che individua il parcheggiatore abusivo e lo redarguisce emettendo un richiamo sonoro. 

Per farla breve, amici al volante, avete i parcheggi contati. Vorrete mica fargli cogliere impreparati?

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