Una volta ho assistito alle prove generali di uno spettacolo teatrale. C'era una ragazza che fingeva di essere in una stanza lontanissima dal pubblico. E invece era lì, a un passo da noi. Ma era così brava da saper rendere la distanza fisica solamente con il tono della voce.
La cosa mi ha affascinato.
Mi sono chiesta come potessero capirsi tra loro tutte le persone sorde senza il prezioso contributo del tono di voce.
Poi ho capito che esiste il tono degli occhi.
E che nei discorsi che facciamo ogni giorno, nelle parole che mastichiamo velocissime al telefono, a casa o in un messaggio vocale a decidere tutto, oltre che le parole stesse, sono più di tutto ciò che gli sta intorno.
Le strette di mano, le espressioni
del viso, le intenzioni. Gli occhi. Che si muovono in questa o in quella
direzione, attenti o distratti secondo quanto ci interessano i discorsi che
stiamo facendo.