sabato 31 ottobre 2015

- Le spalle coperte -


Essere un gruppo è 'avere le spalle coperte'. Sentirsi al sicuro, protetti Sapere che ci saranno discussioni e poi risate, errori e litigi, pianti e abbracci. E poi tanto, tantissimo lavoro. Che ci saranno arrivi e partenze, ma che si andrà avanti lo stesso. A testa alta. Molto, molto alta. 

martedì 27 ottobre 2015

C'è sempre qualcosa


C'è questo film che a me piace proprio tantissimo, dove protagonisti sono tre fratelli molto sfortunati. E infatti il film si intitola 'Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi' e prende spunto da una collana americana scritta da Daniel Handler. 

lunedì 26 ottobre 2015

100 Happy Days Challenge - Week #5


Nuova settimana, nuovo mosaico fotografico!

Ecco i sette momenti felici della settimana appena trascorsa; sono stati giorni tosti sotto tanti punti di vista ma anche questa volta ce l'abbiamo fatta. Ogni giorno ho catturato in uno scatto un frammento di felicità. In certi casi, quasi un sospiro di leggerezza autunnale.

Eccoveli! 

domenica 25 ottobre 2015

I magnifici sette (...nani)

I magnifici sette. Un piccolo sunto della mia vita a un metro e trenta centimetri da terra. 

Ho scribacchiato questi spunti mesi e mesi fa. Su un quadernetto a pois che avevo comprato appositamente per gli appunti del blog. In una serata piena di furbizia creativa ho scritto e mollato tutto lì. Tra la polvere dei cassetti e un fantastilione di forcine sperse per sempre.

Oggi lo potete leggere anche voi.

Perchè? 

Ma perchè oggi a si festeggia la terza Giornata mondiale delle persone di bassa statura. In Italia saranno protagonisti gli eventi organizzati dall'Associazione Acondroplasia - Insieme per crescere Onlus, nelle regioni di Lazio, Lombardia e Sicilia. 

E poi perchè dall'alto dei miei centotrenta cm mi sono - inspiegabilmente eh! ;) - sentita in dovere di festeggiare un po' anch'io. Eccoli a voi quindi. 

I MAGNIFICI SETTE (...NANI)

Occasioni, momenti e situazioni drammaticamente / ironicamente bassi 

giovedì 22 ottobre 2015

- Le cose che non puoi -


Quando nel 1994 la britannica Susan Austin finisce sulla sedia a rotelle a seguito di una malattia nervosa, scopre anche che il suo nuovo mezzo di locomozione funge da ‘mantello dell’invisibilità’. Le persone iniziano a percepirla in maniera diversa e il filtro della limitazione prende il posto di un’intera esistenza, di tutto quello che Sue rappresentava prima della malattia. La sua personalità e il suo essere un’artista estrosa e di talento.

domenica 18 ottobre 2015

100 Happy Days Challenge - Week #4



Già un mese di 100 Happy Days Challenge! Abbiamo condiviso insieme ventisette momenti felici. Ogni giorno scopro che c'è sempre un momento, un istante in cui mi sento grata per la giornata che sto vivendo. E' una bella sensazione davvero!

Vi lascio i momenti felici di questa settimana e come sempre vi invito a scoprirne di più su questo progetto.  Perchè non provate a partecipare anche voi? E' facilissimo! 

Vi ricordo che 100 Happy Days Challenge è la sfida che ti invita a vivere cento giorni di felicità uno in fila all'altro. Per tutti e cento giorni occorre trovare almeno un momento di assoluta felicità, fotografarlo e taggare con l'hashtag #100happydays

sabato 17 ottobre 2015

La 'stupidina' che eri..



Ho sempre considerato le mie gambe una vera croce.

Non erano loro a portare in giro me, ero io a trascinarmi appresso loro. Tutte storte e senza un senso. Di buono c'è solo che le ho magre da sempre e per loro natura. Ma niente altro. Per il resto, non mi sono mai piaciute.

Anzi. Le ho odiate per anni, più di quanto abbia mal sopportato ogni altro centimetro del mio corpo. Forse perchè sono la parte più visibilmente deformata di me e mi sono spesso e volentieri accorta di come gli occhi delle persone che non mi conoscono si focalizzino proprio sul quel punto. 

Così mi sono nascosta. Per anni. 

Mi infagottavo in ogni stagione. Uscivo con i jeans - quelli lunghi! - anche a Luglio. Tornavo a casa sudata persa e boccheggiante di sconforto. 

Poi, un giorno dopo l'altro, ho iniziato a cambiare prospettiva. Mi sono allenata agli sguardi degli altri e ai riflessi degli specchi. E' stata una vera pena. Uscivo di casa con l'angoscia nel cuore, tanta era la vergogna. Con fatica estrema, un centimetro alla volta, mi sono scoperta le gambe e la mente. 


Sono arrivata a capire che il problema non era negli occhi degli altri. Era nei miei. Quando ho iniziato ad accettare le mie gambe, gli sguardi del mondo non hanno più avuto importanza. C'erano. Ci sono e ci saranno sempre. Ma a un certo punto hanno subito una svalutazione. Contano ancora, ma meno di prima.

Ho capito di aver svoltato definitivamente il giorno che ho indossato il primo vestito sopra al ginocchio. Ho indugiato qualche minuto davanti allo specchio - 'lo metto o non lo metto?' - e poi ho pensato "Tanto mi guardano lo stesso. Almeno mi vesto come voglio io".

Una rivelazione. 

Da quel giorno l'estate è una stagione scatenata davvero; di pizzi trasparenti, svolazzi e stoffe colorate. I pantaloni non li voglio manco più vedere; nemmeno quando piove. I saldi si sono trasformati in un momento di estasi pura, in cui colleziono abiti per l'anno dopo. Man mano che passano gli anni mi sono scoperta sempre più audace; prima indossavo abiti che coprissero almeno le ginocchia, brutte e tutte storte. Adesso me ne infischio e mi scopro a sgattaiolare fuori di casa la mattina; le donne di casa che insinuano velatamente 'Ma non è un po' troppo corto quel vestito?'.  

E quando arriva il mese di Giugno e scoppiano i primi caldi ripenso a quella stupidina che si nascondeva tra le pieghe dei jeans. Devo molto alla sofferenza di quegli anni, che mi ha sconvolta al punto da desiderare di superarla in qualsiasi modo. Anche a costo di ribaltarmi l'anima. E perchè mi ha permesso di godermi davvero fino in fondo la leggerezza di adesso e delle estati che verranno.

Non tornerei indietro mai e poi mai. Ma sono contenta di essere stata anche così. E per ripagare la me stessa del passato e dei sacrifici che ha fatto, adesso indosso davvero tutto quello che voglio. Cioè, quello che penso mi stia bene - come tutti, no? -, che mi fa sentire bella.

Oserei dire, quasi un po' figa.. (Ma l'ho scritto davvero? Oh mama...!)



Scommetto che anche voi avete vissuto dei piccoli traumi con il vostro corpo. Che hanno compromesso le vostre scelte in fatto di abiti e abbigliamento in generale. Vi auguro di superarle o che, meglio ancora, le abbiate già superate. 

E per darvi l'incoraggiamento giusto vi lascio il link di un profilo Instagram davvero unico. 

Si chiama Disabled Fashion e si occupa di pubblicare gli scatti personali di persone disabili. L'obbiettivo è celebrare la sensualità di chi ha delle diversità fisiche e, un po' bene un po' male, le ha elaborate. E ha finito per piacersi quel tanto che basta per il coraggio di scattare un selfie. 

Con le stampelle, la protesi o la sedia a rotelle. Con le cicatrici in vista. Senza un arto. 

E nonostante questo, ma anche grazie a questo, lo sguardo fiero di chi sa di essere bello/a. 

A modo suo.


lunedì 12 ottobre 2015

Se lo fanno i gatti



Subito dopo l'Università ho svolto un anno di Servizio Civile nella mia città. Lavoravo con una ragazza poco più giovane di me e sono stata impegnata per dodici mesi nell'ufficio relazioni con il pubblico del Comune. Aiutavamo le persone ad orientarsi nella burocrazia cittadina.

In poche parole, mi pagavano per parlare. Il regolamento di un concorso, l'orario di un ufficio, dove e come si fa la raccolta differenziata - gettonatissima davvero - dove cercare cosa e come ottenerlo. Ci hanno chiesto di tutto e anche di più davvero.

Sono stati mesi speciali in cui rendersi utile si trasformava in un piacere quotidiano, alternato a una serie di attività di gruppo appositametne organizzate per incrementare il senso di condivisione dei ragazzi coinvolti.

Giornate che si svolgevano tutte in un centro diurno per disabili con annessa cascina, orto, e - udite, udite - spazio riservato agli animali.


Ad allietare le nostre ore erano solitamente due gattoni abituati a girovagare per il centro a loro piacimento. Uno di loro era rimasto coinvolto in un incidente quando era molto piccolo. Risultato, coda spezzata e una zampina amputata.

'Un vero ospite del centro disabili' avevamo commentato con gli altri volontari.

'Ah ma vedeste come salta e si arrampica su per gli alberi. Come un gatto normale'. Ci ha detto la responsabile.

'Per forza'  era stata la logica conclusione 'Lui non lo sa mica di essere disabile. Fa tutte le cose che vuole fare, solo che le fa a modo suo'.

Capite?

Un animale in effetti non conosce i propri limiti fisici perchè nessuno glieli ha mai verbalizzati. Non conosce etichette sociali e non saprebbe dirvi se sia meno offensivo dire 'disabile' piuttosto che 'diversamente abile'. Sono cose che non conosce, che ignora per puro istinto naturale. E' quello che è, senza nomi e senza parole. E vive come può.



Certo, direte voi, noi non siamo gatti quindi il paragone si fa piuttosto audace. E ancora più certamente, la consapevolezza di sé stessi e dei propri limiti fisici è fondamentale e prima ci si fa i conti, la si elabora e digerisce e meglio è.

Ma una volta ogni tanto è bene ricordarci che esistono universi paralleli, in questo caso felini, in cui le disabilità sono solo una caratteristica fisica e non il fulcro di una intera personalità.

Per ricordarcene meglio possiamo goderci la splendida galleria di Monika Malek, artista polacca che con la sua macchina fotografica immortala prevalentemente gatti; tra questi scoprirete anche gatti disabili o affetti da malattie gravi. Fotografati mentre giocano, s'azzuffano, spiccano balzi assurdi per muoversi da una parte all'altra della casa.

Oltre ad essere gatti davvero meravigliosi mi fanno pensare a tutte quelle volte che ho avuto paura di fare un salto - reale o metaforico che fosse - perchè la disabilità o semplicemente il mio carattere mi hanno frenato dal farlo. Mi fa pensare che a volte bisognerebbe non pensarci. Fare le cose al meglio che si può e con i mezzi che si possiede.

E se lo fanno i gatti, di sicuro possiamo provarci anche noi.

Pallina, la mia gatta amatissima e regina della casa

[CREDITS - MONIKA MALEK]

100 Happy Days Challenge - Week #3

Che lunedì sarebbe senza i momenti felici della settimana appena trascorsa???

Per voi i sette momenti felici di questi giorni. Potete trovare questi e altri scatti direttamente sul mio profilo Instagram

Vi ricordo che 100 Happy Days Challenge è la sfida che ti invita a vivere cento giorni di felicità uno in fila all'altro. Per tutti e cento giorni occorre trovare almeno un momento di assoluta felicità, fotografarlo e taggare con l'hashtag #100happydays

lunedì 5 ottobre 2015

100 Happy Days Challenge - Week #2


Settimana che vai...100 Happy Days che trovi. Buon inizio di giornata e buon lunedì..

Per voi i sette momenti felici di questi giorni. Potete trovare questi e altri scatti direttamente sul mio profilo Instagram

Vi ricordo che 100 Happy Days Challenge è la sfida che ti invita a vivere cento giorni di felicità uno in fila all'altro. Per tutti e cento giorni occorre trovare almeno un momento di assoluta felicità, fotografarlo e taggare con l'hashtag #100happydays.