martedì 15 settembre 2015

- Specchio riflesso -

Lo Specchio Uno è lo specchio delle cose belle,
lo specchio amico che inquadra solo la parte più bella di me.
Il volto e una piccola parte del busto.
E' il primo posto in cui mi vedo al mattino e l'ultimo in cui mi osservo la sera;
qui mi faccio le coccole e sogno in grande.
Mi trucco, mi pettino e conto i punti neri.
Qui mi sorrido e mi faccio le smorfie.
E' lo specchio in cui mi voglio un sacco di bene. 
Che mi riconosce. 
Riflette la me che vorrei essere sempre. 


Lo Specchio Due è lo specchio delle cose orrende,
lo specchio nemico che inquadra la parte più 'oddiomio' di me.
Tutta. Per intero e senza pietà.
E' il posto in cui mi osservo il secondo prima di uscire di casa e quello dopo esserci tornata;
qui cerco di salvare il salvabile e tento l'impossibile.
Raddrizzare le gambe e sollevare la schiena.
Staccarmi le braccia e riattaccarle diritte.
E' lo specchio in cui il riflesso mi si crepa sul cuore.
Quello in cui mi riconosco proprio per un soffio.
Lo specchio in cui mi costringo a volermi un sacco di bene.
Che riflette la me che devo essere sempre.




Quanti specchi ci sono a casa vostra?

Nella mia ce n'è da sempre uno di troppo. Lo specchio del 'facciamo i conti con la realtà'. Quello che - per parafrasare una filastrocca dell'infanzia - potremmo chiamare lo specchio per il riflesso che..'Oggi guarda, mi butterei davvero nel cesso!'.

Non pensavo allo sdoppiamento degli specchi da un sacco di tempo. Probabilmente da quando ho iniziato a superare il trauma mentale vissuto per anni nel passaggio tra lo Specchio Uno e lo Specchio Due. Quando l'euforia del primo si suicidava nel secondo. La frenesia del 'Oggi mi piaccio proprio vestita in questo modo' naufragava nel 'Odio questo corpo di merda'. 

Ho ignorato lo Specchio Due per qualche tempo. Tiravo diritto. Uscivo di corsa e senza voltarmi indietro. Ma finivo per cercare la mia faccia anche nei finestrini delle macchine. Niente, avevo bisogno della me completa. Solo con lo Specchio Uno, per quanto più soddisfatta del mio aspetto, non riuscivo a bastarmi davvero. Così ho finito per farci la pace e adesso io e il Due andiamo quasi d'accordo. 

Mi sono trovata a ripensare a tutto questo trambusto di riflessi qualche giorno fa, mentre girovagavo sul sito di Radio Deejay e mi sono imbattuta in una ricerca interessante. Il progetto Original Idea svela come il nostro cervello possiede un'immagine ben precisa di ciò che vorremmo essere esteticamente parlando. 

Più belli. 
Vorremmo essere più belli.

(...mmm, ma non mi dire...) 

Per scoprirlo, il fotografo Scott Chasserot ha chiesto ad alcuni modelli di posare per uno scatto fotografico. Poi ha elaborato l'immagine per ciascun soggetto creandone di nuove, secondo svariati parametri di bellezza. Posti di fronte alle immagini, i modelli tendevano a prediligere le fotografie più belle e che, a loro avviso, li ritraevano nella loro versione migliore. La più vicina alla realtà o quella a cui avrebbero voluto somigliare. 

Questo esperimento mi ha fatto sorridere di nostalgia pensando a quella ragazza che veleggiava da uno specchio all'altro, alla ricerca di un riflesso in cui riconoscersi. 

E in un certo senso, mi conforta perchè mi ha fatto pensare che in fondo siamo tutti davanti allo stesso specchio.  
Mentre osserviamo, ci scopriamo alla ricerca della parte migliore di noi, quella che ci appartiene. E che ciascuno di noi conserva dentro il proprio animo, come un'immagine idilliaca di sé.

Mi sono affezionata così tanto alla 'me' che non sono mai stata e che avrei tanto voluto essere. L'ho immaginata così tante volte da averne pieni gli occhi e il viso. 

E quando d'improvviso quell'immagine ha smesso di essere tanto importante, che ormai mi ero abituata pure allo sgorbietto dello Specchio Due, ecco che Lei ha iniziato a farsi vedere. 

Ovunque. Era ovunque. 
Nei camerini.
Nelle vetrine dei negozi. 
Nello Specchio Uno, Due e pure nel Tre. 
Pure nei finestrini delle macchine. 
Così, dal niente.
Dopo anni di attesa.
Lei era semplicemente lì.
Sorridente.
Ammiccante.
Con le lacrime agli occhi. 
O con le lacrime dal ridere. 
Nei giorni di merda.
E quelli belli da morire. 
Eccola lì.
Con un sorrisetto ironico.
A dirmi 'Cretina. Sono sempre stata qui..'

2 commenti:

  1. Il tutto sta nel come ci vediamo... io ho sempre pensato ci fossero due specchi: quello di casa, dove mi vedo quasi sempre discreta, e quella del bar sotto l'ufficio, dove mi vedo sempre orribile. In realtà è tutto un gioco di luci il più delle volte, ma anche di umore e predisposizione verso l'immagine riflessa. Il segreto, forse, sta nel volersi sempre bene, da brutti e da belli che ci vediamo.
    Un abbraccio

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  2. Che bello scoprire che anche tu conosci lo sdoppiamenti dello specchio! E come é vero che l'umore e il nostro sentire cambiano la nostra percezione di noi stessi. Voletsi bene comunque anche nei giorni brutti é fondamentale. Un po' difficile certo,ma fattibile!
    Un bacione a te!

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