domenica 28 dicembre 2014

'A box of chocolates'

Questo post mi è stato ispirato da un articolo di Michela Murgia pubblicato su Donna Moderna



'La vita è come una scatola di cioccolatini...non sai mai quello che ti capita!'

Sono un paio di giorni che questa frase mi gira e rigira nella testa. E' iniziata la sera del 25 Dicembre quando il fato maligno ha guidato la mia mano verso un cioccolatino ripieno al liquore - che indovinate  un po', non mi piace affatto! -. 
Che fosse stato lo spirito della mia coscienza che in maniera assai brutale voleva farmi intendere 'frena coi dolci o ti ritrovi con 20 kg in più prima della Befana' o la reincarnazione della madre di Forrest Gump che intendeva filosofeggiare con me proprio la sera di Natale, io proprio non lo so. 
Sta di fatto che la cosa mi ha spinto a fare due considerazioni. E a pensare che ultimamente la mia vita è davvero una scatola di cioccolatini 'tutti i gusti + uno'. E che davvero davvero non so mai quello che potrà capitarmi.
Le giornate che ho paura di vivere si rivelano essere quelle più leggere da sopportare e quelle che affronto baldanzosa e sicura di me sono quelle che mi schiacciano a terra nel giro di due secondi. 

Morale della favola. Stai in capana, Deny. Stai in campana che è meglio.

Devo imparare la flessibilità. Ad ammortizzare i botti e atterrare sempre in piedi. E a proposito di salti nel buio, stasera leggevo giusto giusto di un'esperienza interessante che è possibile vivere nel 'Bar al buio' di Trento e che io ho vissuto qualche anno in compagnia di un'amica.

Si tratta dell'ormai conosciuta esperienza di 'cena al buio' che viene organizzata in diverse città ormai già da qualche anno e consente a tutti i vedenti di vivere in prima persona un'esperienza da ciechi. Attraverso una cena completamente priva di illuminazione o un aperitivo al buio o, in altri casi, lungo un percorso museale appositamente studiate per i non vedenti. 

Le possibilità sono tante e le emozioni davvero uniche. Io l'ho provato qualche anno fa e devo dire di esserne rimasta affascinata. 
Ho partecipato in qualità di giornalista alla prima cena al buio organizzata nella mia città da un'associazione di volontariato. L'invito mi era stato girato da una vecchia conoscenza che in quel periodo ricopriva il ruolo di presidentessa dell'associazione.
Per raccontare da giornalista quest'esperienza quindi ho dovuto necessariamente viverla in prima persona e ancora oggi la ricordo come una cena davvero divertente e unica.

Come in quasi tutte queste occasioni, l'evento era stato organizzato con la collaborazione di alcuni ragazzi dell'Unione Ciechi della mia città. Sono stati proprio alcuni non vedenti a guidare i commensali nella sala completamente al buio, a servirci al tavolo e a supportarci in tutto - capatine alla toelette comprese, dove per fortuna la luce ci è stata concessa -. 

I primi secondi sono stati traumatici - innanzitutto perchè appena seduta al tavolo ho ritenuto lecito dare sfoggio della mia imbranataggine e rovesciare il cestino del pane e quello dei grissini. Così, perchè io queste cose le faccio anche con la luce accesa, da sempre proprio, ma almeno al buio ho avuto la scusa per farlo senza troppi sensi di colpa.
Incidenti di percorso a parte, dovete sapere che provo da sempre per istinto un senso di vertigine e diffidenza nei confronti del buio in generale. Al punto che una volta entrata nella sala mi sono resa conto di tremare leggermente. Grazie all'aiuto dei ragazzi però mi sono rilassata quasi subito e mi sono goduta una cena diversa e davvero interessante.

Al di fuori dell'amica che mi aveva accompagnata infatti ho realizzato quasi subito di non conoscere nessuna delle persone che erano sedute al tavolo con me; un fatto questo che normalmente mi procura un po' di ansia da prestazione. 
Sarò abbastanza simpatica e interessante ai loro occhi? Mi sarò vestita in maniera adeguata o stonerò rispetto ai loro abiti? Come riempiremo il silenzio tra una portata e l'altra?

Ecco, sappiate che durante una cena al buio tutte queste domande smettono semplicemente di esistere. se deciderete di provare questa piccola avventura potrete conversare in maniera tranquilla e serena senza preoccuparvi di ciò che gli altri vedono di voi. Potrete essere, davvero, voi stessi. Concentrarvi sulle parole che vi vengono dette, sul tono di voce che le persone usano per comunicare con voi, sugli argomenti che affronterete insieme.

Senza il supporto della vista conoscere qualcuno diventa più difficile, perchè non potrete fare affidamento su nulla se non quello che egli sceglierà di dirvi. Nulla nella sua mimica facciale, nei suoi gesti o nel suo abbigliamento vi potrà suggerire qualcosa della persona che è. Conoscersi diventa un processo lungo, intrigante e affascinante. 

E alla fine della serata ricorderete meglio e con più precisione la personalità delle persone con cui avrete cenato. E, fatto non trascurabile, avrete passato la serata a fare danni alla tavola rovesciando vino, posate e accessori alimentari vari senza manco dovervi scusare - che tanto siamo a una cena al buio, chi la vede la macchia di vino rosso sulla tovaglia? Nessuno, appunto.

Per chi volesse sperimentare questa cena può tenere d'occhio i siti internet della Associazioni di Volontariato più vicine a voi o di locali appositamente dedicati per verificare la disponibilità - ci sono in programma diverse cene al buio a Torino e a Milano nei prossimi mesi. 

E non dimenticate di passare di qua a raccontarcelo...!:) 

2 commenti:

  1. Ne avevo sentito parlare Deni! Come te anche io non ho molta confidenza con il buio in effetti, credo che piaccia a pochi. E se non accendo la luce riesco ad andare a sbattere anche in casa mia, che in teoria dovrei conoscere benino, no? Non immagino nemmeno come possa essere viverci sempre in effetti, e credo che una cena di questo tipo, a parte l'indubbia difficoltà iniziale, possa aiutare in questo senso! Poi vuoi mettere, potersi inzaccherare in santa pace? Non male come idea, per nulla ;) Baci Deni!!

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    1. Ahahah anche io sono una frana con il buio...quando rientro la sera lo sa tutta la casa dato che accendo praticamente tutti gli interruttori che mi capitano a tiro..
      Ciò nonostante, superato il primo attimo di terrore, la cena al buio è stata proprio bella! Specie perchè ti trovi a condividere la difficoltà con altre persone che ti capiscono e, nello stesso tempo, ci sono i ragazzi non vedenti che sanno guidarti al meglio...è fortissimo!! :)

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