sabato 1 novembre 2014

Like a (disability) princess...

Fonte: disabili.com
Mi sono spessa riferita, nei miei post, alla difficoltà che spesso attraversano le persone disabili il giorno in cui realizzano la propria diversità. 
La consapevolezza arriva come una tempesta in un giorno di sole. Come uno tsunami o una tegola che casca dal cielo mentre passeggi per la strada. Ti investe dal nulla in un giorno qualsiasi e nel giro di un niente non sei più veramente tu. O forse inizi a esserlo per davvero. 
Ho sempre pensato, anche mentre la stavo vivendo questa difficile fase, che fosse un passaggio obbligato, di quelli che nel bene e nel male ti aiutano a crescere. E intendiamoci, sicuramente lo è e in parte ancora credo che sia così, ma l'iniziativa di una mamma e il lavoro di una maestra speciale mi hanno fatto pensare in questi giorni che forse questo rito di passaggio – che attraversano un po' tutti nella vita..ma in una forma e intensità, guarda caso, 'diversa' – potrebbe essere un po' meno traumatico se ci abituassimo tutti a vedere la disabilità come una parte della fisicità delle persone. Al pari di tutte le altre caratteristiche del nostro corpo – 'Io ho i capelli rossi' 'Io invece li ho biondi e sono sulla sedia a rotelle'. Una cosa così, insomma.. 
Sarebbe bello. E forse potrebbe essere più facile di quello che pensiamo. Basterebbe allenarci a vedere le differenze altrui in quel magico periodo che è l'infanzia, quando basta proprio poco poco per superare le barriere, fisiche e non. 

Per questo motivo faccio mia la petizione online di una mamma statunitense. Stanca di vedere la sua bambina, affetta dalla sindrome di down, perdersi nel mondo delle principesse Disney – dove nessuna principessa porta i segni di una qualsiasi disabilità - la signora Keston ha deciso di rivolgersi ai produttori dei cartoni che tanto ci fanno sognare. Per chiedere che nei cartoni animati che sua figlia adora possano comparire anche protagoniste disabili. 
Perchè la prossima principessa Elsa - l'incontrastata regina di Frozen e quintessenza del concetto stesso di principessa agli occhi delle bambine di tutto il mondo - possa, che so, essere sordomuta e insegnare ai bambini cos'è il linguaggio dei segni. O che abbia le stampelle, sia senza un braccio, autistica o con la sindrome di down. 
Un progetto che condivido in pieno e che vi invito a sottoscrivere, inviando il vostro click qui.
Perchè sono convinta che basterebbe poco per far sì che questa bimba, e come lei molti altri bambini disabili, possa trovare una personaggio che le somigli. Che l'aiuti a identificarsi presto e meglio nella fisicità che le appartiene. 

Fonte: Maestra Larissa 
E come lei potrebbero imparare meglio cosa sia la disabilità anche i suoi futuri compagni e compagne di classe. 
Ecco perchè oltre alla petizione, oggi voglio parlarvi di un metodo di insegnamento che mi ha colpito molto. L'ho scoperto per caso, cercando sul web schede e approfondimenti da usare durante le ore di ripetizioni che do a un bambino delle elementari. È così che ho conosciuto la Maestra Larissa, mamma e insegnante strepitosa, che ama il suo lavoro e ama insegnare. E ogni giorno realizza e condivide sul web schede didattiche davvero utili (io le ho sfruttate moltissimo, specie per quanto riguarda la lingua italiana). Potete trovare di tutto davvero: dalle verifiche, ai lavoretti per le festività, fino ai giochi di società didattici.
Io la adoro perchè non c'è giornata, piena di impegni o delirante che sia, in cui lei non dedichi almeno un momento della sua serata – quando invece io mi sono arresa da ore al divano – ai suoi lettori. Per mandare un messaggio, condividere una scheda illustrata o un progetto in itinere. Con un entusiasmo che supera la barriera del 'non ho abbastanza tempo'. Lei di tempo – e per questo tanto di cappello – ne trova sempre. Sempre. E le sue attività didattiche raccontano di una scuola piena di cose belle da insegnare e da imparare. Di giochi, regole e ortografia. E di un mondo a misura di bambino.
In questo mondo trovano spazio anche i bambini stessi; che vengono  inseriti a contorno delle sue schede. E, indovinate un po'... ci sono tutti i bambini del mondo. Tutti, anche quelli disabili. Anche quelli in sedia a rotelle. O con le stampelle. Tutti. 

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